Se porti il nome di un antenato, pur senza saperlo, forse stai portando il peso della sua vita nella tua.

Ti spiego cosa accade nella tua vita in questo caso
Se porti il nome di un antenato, ne porti anche il fardello, il peso, l’onere. La metagenealogia, cioè l’analisi della tua storia emotiva, fisica e caratteriale, attraverso la conoscenza dei tuoi antenati sull’albero genealogico, non ha dubbi.
Ci sono intere famiglie in cui i nomi si tramandano di padre, in figlio, in nipote, oppure di madre, in figlia e in nipote, con l’intento innocente di mantenere intatta la dinastia.
Ciò che si dimentica in realtà è che, in questo modo, viene meno la possibilità per l’individuo, fin dalla nascita, di manifestarsi ed espandersi nella propria unicità.
Se ti chiami come tuo padre, o come tuo fratello o come tuo zio defunti, tutti i componenti della famiglia vedranno te come un sostituto; faranno continuamente raffronti, penseranno a te ricordando sempre anche l’altra persona.
Inconsciamente oppure in modo del tutto conscio, ti ritroveresti a cercare di non deludere i tuoi familiari, a non scostarti troppo da chi ti ha preceduto oppure, al contrario, a prenderne sempre più le distanze.
In poche parole, non saresti libero di esprimere davvero chi sei tu.
Come fare, quindi, se sei proprio tra quelle persone che portano il nome di un antenato
Anche secondo le Costellazioni Familiari, un metodo ideato dello psicoterapeuta tedesco Bert Hellinger, dobbiamo staccarci dal nucleo che ci imprigiona, se vogliamo essere chi siamo, senza croci nè carichi emotivi.
Mettendo quindi in scena la nostra famiglia d’origine completa di avi, assegnando ad ognuno il proprio ruolo riservando un posto anche per noi in quel disegno emotivo, riusciremo a guardare la nostra discendenza e a comprendere meglio chi ha preso il posto di chi.
Recitando alcune semplici frasi che il costellatore suggerisce, troveremo dunque il nostro posto, sentendoci finalmente di occupare lo spazio che meritiamo in questa vita.
Sentirsi originali, liberi e unici
Ascoltare il suono del nostro nome sia quando gli altri ci chiamano, sia quando noi pensiamo a noi stessi, deve farci stare bene.
Il nome ci rappresenta, il nome ricorda agli altri chi siamo.
Potremmo anche decidere di cambiarlo, o di utilizzare il secondo nome, oppure un soprannome.
In questo caso, dovremmo comunque prima salutare e ringraziare il vecchio nome, salutare e ringraziare tutti i nostri antenati, immaginare di mettere tutti i fardelli nel baule del passato, onorare il sigillo e poi, con gloria, dare inizio alla nostra nuova vita, con il nostro nuovo nome.
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