Tutti desideriamo cambiare qualcosa di noi stessi, peccato che questa nostra volontà si riduce spesso e volentieri ad una mera questione estetica.
Le persone, negli anni, hanno perso progressivamente il contatto con la loro parte interiore e, ad oggi, la priorità è senza dubbio l’aspetto estetico.
Ci preoccupiamo esclusivamente dei chili di troppo, della lunghezza del naso, del colore degli occhi, della statura e di molte altre peculiarità superficiali, disinteressandoci bellamente di tutto ciò che vive all’interno del nostro involucro di carne.
Le conseguenze di ciò rispondono al nome di superficialità e inconsapevolezza, ovvero le abitudini maggiormente diffuse al giorno d’oggi. Per questo motivo, vi proponiamo qui di seguito la parabola della giovane eremita.
Perché, se si desidera davvero cambiare qualcosa di sé, forse è opportuno iniziare col guardarsi dentro.
LA PARABOLA DELLA GIOVANE EREMITA
Un giorno, un ragazzo, mentre stava salendo su una ripida montagna, incontrò una ragazza eremita. Questa era seduta su una roccia a meditare, in preda a una grande concentrazione. Il giovane, incuriosito, si avvicinò alla donna e, interrompendo il placido silenzio, le rivolse la seguente domanda:
– “Cosa ci fai immersa in tanta solitudine?”
La giovane aprì gli occhi e, dopo aver guardato il ragazzo per qualche secondo, replicò pronunciando le seguenti parole:
– “Sono qui perché ho un sacco di lavoro da fare!”
– “Io qui non vedo proprio nulla … dove sarebbe tutto questo lavoro?”, proseguì il ragazzo.
La donna, dopo aver tirato un profondo sospiro, rispose in tono solenne:
– “Devo allenare due falchi e due aquile, tranquillizzare due conigli, disciplinare un serpente, motivare un asino e domare un leone.”
– “E dove sono questi animali? io non li vedo!”, disse il ragazzo.
– “Li ho dentro! I falchi si lanciano su tutto quello che mi viene presentato, buono o cattivo che sia, perciò devo allenarli a lanciarsi solamente sulle cose buone. Sarebbero i miei occhi. Le due aquile, con i loro artigli, feriscono e distruggono, perciò devo insegnare loro a non fare del male.
Sarebbero le mie mani. I conigli, invece, vogliono scappare continuamente ed evitare le situazioni difficili, pertanto devo insegnare loro a stare tranquilli anche dinnanzi alle sofferenze e agli ostacoli. Sarebbero i miei piedi.
Poi c’è l’asino, sempre stanco e testardo, che si rifiuta continuamente di fare il suo lavoro e di trasportare il peso. Sarebbe il mio corpo. Dopodiché c’è il serpente, il più difficile da domare. Infatti, nonostante sia rinchiuso in una gabbia robusta, è sempre pronto a mordere e ad avvelenare chiunque gli passi vicino.
Per questo devo disciplinarlo. Sarebbe la mia lingua. Infine c’è il leone.
Devo domarlo perché crede di essere il re, è vanitoso e troppo fiero. Sarebbe il mio ego. Come vedi, amico, ho molto lavoro da fare”.
SE VUOI CAMBIARE QUALCOSA, INIZIA COL GUARDARTI DENTRO
La giovane eremita ci dà una lezione davvero preziosa. Essa ci ricorda come l’aspetto esteriore sia l’ultimo dei nostri problemi, e che forse faremmo meglio a concentrarci su altri aspetti di noi stessi.
Rifletti anche tu su quanto hai appena letto. Ognuno di noi ha del lavoro arretrato da recuperare.
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