Perché due persone arrabbiate gridano tra loro anziché cercare di spiegarsi con toni pacati?
La storia zen di oggi sicuramente la conosci già, eppure ci tengo ad osservare insieme a te alcune caratteristiche che potrebbero aiutarti a fare maggiore chiarezza.
Cos’è la rabbia
La rabbia è una delle emozioni primarie, sia tra gli umani, sia tra gli animali. Si manifesta con tratti simili come ad esempio un irrigidimento della corporatura, soprattutto con lo stiramento dei muscoli del viso, per passare poi all’aumento dei battiti del cuore e della pressione arteriosa.
Quindi, è giusto reprimerla?
Non propriamente. Reprimere la rabbia, non esprimere dunque questo enorme disagio, può addirittura essere nocivo per il nostro sistema nervoso. Anche se non sempre si lega a motivi gravi e pericolosi, quando la persona non si sente rispettata, o travisa particolari della realtà, deve comunque imparare ad esternare la collera per non avere poi influssi negativi a livello psicosomatico.
Come ridurre gli effetti negativi della rabbia
I modi possono essere diversi, non ultimo il fatto di farsi aiutare da chi è più competente in materia. Di certo però, nei metodi fai da te, anche illustri psicologi consigliano di gridare fino a perdifiato. Magari affondando il viso in un cuscino, così da non intimorire e preoccupare familiari o vicini di casa.
Anche la musica può essere una terapia per placare le emozioni negative. Ascoltare e canticchiare le nostre canzoni preferite, abbandonandosi alle immagini o ai ricordi che esse ci suscitano, aiuta a ritrovare un po’ di pace e di armonia.
Ma ciò che è di fondamentale importanza è iniziare a meditare. Puoi trovare una piccola guida qui .
E anche ascoltare storie zen, ci è molto di aiuto.
Storia zen sul perché le persone arrabbiate gridano tra loro
Un giorno, prima di una meditazione, un saggio domandò ai suoi discepoli: “Chi vuole spiegarmi perché le persone gridano tra loro quando sono arrabbiate?”. Qualcuno alzò una mano e provò a dire: “Béh, perché si sono innervosite e vogliono dire la loro!”.
“Sì, va bene, ma perché gridano pur essendo vicine? Non potrebbero dire all’altro tutte le più sante ragioni, senza però alzare la voce?”
I discepoli a quel punto, rimasero in silenzio. S’interrogavano, certo, ma a nessuno venne in mente perché, quando discutiamo animatamente con chi ci è di fianco, abbiamo bisogno di gridare.
“Dovete sapere”, disse il saggio a quel punto, “che quando ci si arrabbia con un’altra persona, i cuori si allontanano tra loro. Quindi per avvicinarci nuovamente il cuore di chi amiamo, si grida ancora più forte!”.
“Se pensate infatti a due innamorati, saprete che basta sussurrarsi. Perché i loro cuori sono vicinissimi in quegli attimi. Talvolta non serve nemmeno usare la voce, si comunica con gli occhi”.
“Perciò”, concluse il saggio, “manifestate il vostro disaccordo ogni volta che lo provate, ma attenti a non mettere mai distanza tra il vostro cuore e quello di chi ascolta. Se la distanza diventa troppa, poi non si riesce più a fare ritorno: non fate che accada”.
Qualcuno attribuisce questa novella a Gandhi, altri a un saggio di cui non si conosce il nome. Ciò che importa è tenere bene a mente le parole di questa storia zen, e divulgarla in giro ogni volta che vedrai due persone discutere animatamente.
Ora che sai quanto sia importante riconoscere e non respingere la rabbia, e fare il possibile perché si dissolva senza allontanare da te le persone che ami. Se vuoi, puoi consigliarne la lettura a chi credi potrebbe averne bisogno. E magari, approfondire l’argomento leggendo queste parole:
La rabbia è una punizione che diamo a noi stessi per l’errore di qualcun altro
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