Meditazione dell’abbraccio di Thich Nhat Hanh

Meditazione dell’abbraccio di Thich Nhat Hanh

La meditazione dell’abbraccio può curare quanto una medicina. Lo dicono gli studiosi, non è una fantasia. Quando si abbraccia una persona con affetto sincero, nel sangue viene rilasciata l’ossitocina, l’ormone che riduce ansia e stress e che stabilizza la pressione arteriosa. Recenti studi ci dicono che l’abbraccio aiuta anche a mantenere attivi i processi della memoria.

Nella meditazione dell’abbraccio, oltre al rinnovamento del sangue per le sostanze benevole che si mettono in circolano, ritroviamo pace e serenità

meditazione dell'abbraccio

La meditazione dell’abbraccio di Thich Nhat Hanh

Il monaco vietnamica Thich Nhat Hanh che ha dato il nome a questa meditazione, aveva potuto constatare che fondersi nell’abbraccio con l’altra persona come atto di presenza e di incontro, oltre a generare una riconciliazione come si è creduto per tanto tempo, in realtà faceva molto di più: attivava la comprensione, la guarigione profonda e, di conseguenza, generava felicità.

Mentre ci apriamo ad accogliere l’altra persona tra le nostre braccia, ci affidiamo contemporaneamente alle sue. Come quell’attimo di sospensione di quando camminiamo: il passo davanti non è ancora saldamente a terra e quello dietro non è più stabilmente poggiato.

Una sospensione di fiducia, che rigenera.

 

Chi era Thich Nhat Hanh

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Thich Nhat Hanh, vietnamita, è stato nominato monaco alla sola età di sedici anni. Esiliato dal suo Paese, il Vietnam, perchè troppo lungimirante per un popolo non ancora maturo spiritualmente, è stato uno dei primi a studiare materie laiche come le scienze naturali e la letteratura presso l’Università di Saigon.

Divenuto in breve tempo un pioniere nella divulgazione del buddismo in Occidente, ci ha insegnato che la nostra mente si distrae di continuo. Noi però, possiamo accettare questi movimenti veloci e repentini dei pensieri proprio grazie alla meditazione dell’abbraccio consapevole.

 

Come si pratica la meditazione dell’abbraccio di Thich Nhat Hanh

Negli anni sessanta, il monaco Thich Nhat Hanh aveva incontrato un’autrice ad un convegno e, dopo che si era offerta di accompagnarlo all’aeroporto, lei gli aveva chiesto di poterlo abbracciare. Solitamente i monaci buddisti non usavano questo gesto per salutarsi, ma lui pensò di non deluderla. In quel primo approccio era rimasto piuttosto rigido e solo la poetessa si era abbandonata e offerta in quello scambio di affetto. 

Durante il volo che lo riportava a casa e nei giorni successivi, il monaco Thic Nhat Hanh si rese conto che, se avesse continuato a lavorare con gli occidentali, avrebbe dovuto impararne anche la cultura. E così ha inventato la meditazione dell’abbraccio. 

Inspirando si pensa:     “_ _ _ (il nome) è viva/vivo tra le mie braccia”.


Espirando si pensa:    “_ _ _ _(il nome) mi è così preziosa/prezioso”.

Potreste accorgervi, per la prima volta, quanto sia bello e profondo prendersi cura della persona che avete di fronte.

Potreste vederla sorridere e rifiorire, proprio grazie alla cura che avrete messo in quell’abbraccio.

 

Se vuoi percorrere una via sempre più zen, ecco un articolo che ti aiuterà ad approfondire:

Se non riesci a mantenere la calma leggi la favola di Buddha

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