Leggi la parabola della ragazza dell’acqua
TI SENTI SEMPRE PIU’ STANCO E PRIVO DI ENERGIE.
MAGARI È DOVUTO AI TROPPI PESI CHE PORTI CON TE OGNI GIORNO: CI HAI MAI PENSATO?
Forse ritieni che molti pesi debbano rimanere tuoi, e debba essere tu a salvare il mondo. Poi ti accorgi che è sempre più faticoso farsene carico, ti senti sempre più stanco, irritabile, non felice.
Eppure, nel tuo profondo, sai che la tua anima è la libertà che cerca; è la purezza e non l’adulterazione, che cerca; è la felicità, non lo struggimento che va inseguendo.
LEGGI LA PARABOLA DELLA RAGAZZA DELL’ACQUA E SCOPRIRAI COME ALLEGGERIRE IL TUO CAMMINO AVVIANDOTI ALLA SERENITA’.
Due monaci in cammino, in preghiera silenziosa, si ritrovarono ad un certo punto sulle rive di un ruscello. Una ragazza seduta sulla riva, piangeva disperata.
I lunghi capelli le coprivano il viso, ma la sua bellezza trapelava ad ogni sussulto.
Il monaco anziano e il monaco giovane, dopo aver osservato la fanciulla a distanza, si avvicinarono poiché il loro cammino sarebbe dovuto proseguire con l’attraversare proprio quel ruscello.
La ragazza, non scoprendosi più sola cercò di alzarsi in piedi, di asciugarsi le lacrime col dorso delle mani, di sorridere loro iniziando ora a supplicarli:
– “Vi prego, aiutatemi. Devo attraversare il ruscello e arrivare sull’altra sponda ma ho il terrore dell’acqua, non posso nemmeno bagnarmi le caviglie.
Posso aggrapparmi a voi fino all’altra sponda? Vi scongiuro”.
Il monaco più giovane sgranò gli occhi verso il monaco anziano scuotendo la testa e avvicinandosi per sussurrargli all’orecchio volle dirgli: “Non possiamo permettere che ci tocchi. E’ una donna, e noi stiamo pregando”.
NON DOBBIAMO DECIDERE COSA SIA GIUSTO E COSA SIA SBAGLIATO.
SEGUIRE IL FLUSSO, ASSECONDARE LE RICHIESTE DELLA VITA: QUESTO CI PORTA SPESSO IN SALVO.
La fanciulla spostava lo sguardo da uno all’altro in attesa della risposta che, magari, le avrebbe salvato la vita traghettandola sulla riva opposta.
Ma i due monaci restavano in silenzio e, tuttalpiù, sussurravano brevi parole tra loro.
Fino a che il monaco più anziano se la caricò sulla schiena, la ragazza si lasciò accompagnare su quel corpo senza sentirsi un sacco di merce poco importante.
Al contrario, nel suo cuore era ebbra di gratitudine per l’anziano monaco tanto che sul suo viso ricomparvero sorrisi sinceri.
Arrivati sull’altra riva, la ragazza li ringraziò e corse via, alla ricerca di quel che tanto stava rincorrendo. E che forse ora, avrebbe trovato.
E i due monaci poterono proseguire il loro cammino silenzioso.
Arrivati nei pressi del tempio, col sole oramai calato e il cielo che tendeva sempre più al colore dello zaffiro, il monaco più giovane, rosso in viso, finalmente esplose all’altro:
- “Tu l’hai toccata! Mesi e mesi di preghiera andati in fumo! Non avresti dovuto prenderla in spalla e permettere alla preghiera di essere vana”.
L’anziano monaco non si scompose, e con benevolenza e pacatezza, rispose.
“Io l’ho lasciata andare appena arrivati sulla riva opposta: perché tu la tieni ancora con te?”
SE DESIDERIAMO CHE IL NOSTRO CUORE SIA COLMO D’AMORE, NON DOBBIAMO CERCARE DI TRATTENERE MA LASCIARE ANDARE IL PIU’ POSSIBILE.
A volte crediamo che semplicemente non parlandone più, una persona o una situazione non facciano più parte del nostro vissuto e possano non intaccarlo.
Quello che facciamo magari inconsapevolmente, è che continuiamo a portarci appresso l’eco affettivo di quelle persone e situazioni, il malessere che esse creavano o creano in noi, e questi pesi, seppure non si vedano, ci rendono la vita rallentata, come se fosse trattenuta.
E se non lasci andare, lo è.
Prega, medita, sii una buona persona, aiuta gli altri, e poi dimentica tutto. E ricomincia.
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