Le persone ti fanno soffrire? L’insegnamento buddhista:

Le persone ti fanno soffrire? L’insegnamento buddhista:

Le persone ti fanno soffrire? Secondo l’insegnamento buddhista è possibile sconfiggere l’intento di chi si rivolge a te con rabbia e cattiveria.

Certo non è semplice lasciarsi scivolare tutto senza sentirsi minimamente scalfiti da certi comportamenti.
Eppure ci sono alcuni trucchi emotivi grazie ai quali puoi iniziare fin da subito a difenderti. O meglio, a proteggerti.
esercizi pace mentale
Chi si rivolge a te alzando la voce, e ti ferisce intenzionalmente anche con male parole, la prima persona a cui sta riversando tutta quella rabbia è se stesso. Dice un proverbio “Chi di tutto si sdegna, in cuor suo non regna”. Questo perciò dovrebbe farti comprendere quanto le parole degli altri, d’ora in poi, non dovrai considerarle più così gravi.
Voglio condividere con te anche un altro aspetto: ti sarà capitato, quando sei felice, di non volerlo mostrare per paura che il mondo là fuori ti rubi la gioia e la felicità, vero? Così facendo, il tuo corpo e la tua essenza non proveranno mai davvero la felicità e quindi non ti condurranno laddove ne puoi trovare dosi infinite.
Tutto quello che è destinato a te, non è di nessun altro al mondo in termini di energia e gioia, salute e benessere. E più imparerai a condividere questo stato di grazia e ti mostrerai felice, più la vita ti prenderà sul serio e te ne restituirà ancora di più.
Impara a riversare euforia, pace, stato di grazia e all’improvviso non sarai più bersaglio di chi ti vuole offendere, rattristare, respingere.
Voglio raccontarti un aneddoto che ti aiuterà a guardare sotto un’altra luce le persone.

L’INSEGNAMENTO BUDDHISTA:

insegnamento buddhista

Il Buddha, durante una lezione con alcuni suoi discepoli, rimase totalmente impassibile quando all’improvviso un uomo con intento aggressivo lo insultò minaccioso. Dopo alcuni secondi di silenzio e senza che il Buddha  muovesse alcuna parte del corpo, l’uomo se ne andò ma i suoi discepoli non tardarono a chiedere spiegazioni.
“Maestro come ha potuto restare fermo davanti a tutte quelle offese?”.
E il Buddha rispose a chi gli pose questa domanda: “Se io ti regalo un mobile antico, ma tu non lo accetti, di chi resta il mobile?”.
Dopo attimi di silenzio, un allievo trovò finalmente le parole. “Bèh, se io non lo volessi, credo che il mobile rimarrebbe suo, Maestro”.
“Esatto”, rispose il Buddha, “proprio così. Allo stesso modo funzionano le parole che gli altri pronunciano: diventano nostre solo se le accettiamo. In caso contrario, rimarranno di chi le ha pronunciate”.
Ci sono persone che intraprendono cammini molto impervi, difficili, emotivamente parlando, e su quelli avanzano nella vita cercando di sfogare le loro frustrazioni sugli altri.
Sta in te accettare quelle offese, quelle imprecazioni, quelle parole.
Se scegli di non accoglierle, non ti sentirai più scalfito dalle provocazioni e, anzi, aiuterai ognuno a tenere per sè la tristezza, invitando invece a condividere la gioia.
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