Ecco come trasformare la sofferenza in  una maestra di vita

Ecco come trasformare la sofferenza in una maestra di vita

Per riuscire a comprendere la sofferenza degli altri ed essere in qualche modo d’aiuto, dobbiamo innanzitutto affrontare e guarire la nostra sofferenza.

Soltanto prendendo coscienza del nostro dolore, toccandolo fino in fondo, potremo acquisire la giusta consapevolezza e la forza necessaria per trasformare noi stessi e supportare le persone che ci circondano.

Se impariamo a conoscere la rabbia e la paura, riusciremo ad accettarle e a trasformarle in qualcosa di positivo.

Molti hanno paura di affrontare questi “viaggi introspettivi”, di prendere contatto con se stessi…hanno paura di soffrire ancora di più.

Il fatto è che spesso abbiamo paura perché non sappiamo come fare a gestire certe emozioni, non abbiamo gli strumenti per confrontarci con la nostra interiorità.

Spesso ci portiamo dietro anche sofferenze che non sono nostre, sofferenze che magari appartengono ai nostri genitori o addirittura alla società in cui viviamo.

Solo accettando la sofferenza come un’emozione che fa parte della nostra vita, riusciremo a capire anche quello che provano le persone a noi care o comunque che ci stanno intorno.

Quando saremo in grado di comprendere tutto ciò, la compassione verrà spontaneamente e non ci sarà più dolore o ignoranza dentro di noi, ma solo un grande sollievo. La gente soffre perché non sa ascoltare la sofferenza e quindi cerca di distrarsi un po’ con tutto: internet, TV, musica, giornali.

Noi spesso non ci ascoltiamo, “evitiamo noi stessi“, come quando non vogliamo salutare qualcuno e tiriamo dritto, senza guardarlo negli occhi. Se non impariamo ad ascoltare noi stessi, non capiremo mai il mondo in cui viviamo e sprofonderemo sempre più nell’individualismo materialista.

Toccare la sofferenza che abbiamo dentro significa comprenderla e quindi guarirla. Spesso non ascoltiamo il nostro corpo, non lo sincronizziamo con la nostra mente.

La mente viaggia sempre: nel passato, facendo emergere ricordi dolorosi, e nel futuro, pensando con ansia a ciò che accadrà.

Tutto ciò ci fa perdere di vista il presente e la realtà. Dobbiamo prenderci cura di noi stessi, prendere consapevolezza del presente e liberarci del passato e del futuro, altrimenti saremo sempre condizionati e mai liberi di scegliere.


Se ci prendiamo cura della nostra sofferenza non permetteremo a nessuno di farci del male perché sapremo come gestirlo.

La paura e la rabbia aumentano la sofferenza e noi non dobbiamo permetterlo!

Piuttosto dobbiamo pensare che dentro di noi abbiamo anche un potere chiamato FELICITÀ e solo accettando quello che viene così com’è possiamo farla venire fuori.

“Quasi tutti hanno paura della sofferenza. La sofferenza però è una specie di fango che permette la crescita del fiore di loto della felicità. Non ci può essere un fiore di loto senza fango.”
Thich Nhat Hanh

Costruiamoci la nostra dimensione, la nostra isola felice, altrimenti ci condanneremo alla sofferenza. Prendiamoci cura di noi e chi se ne importa se vivremo in una casa piccola o avremo uno stile di vita meno dispendioso degli altri, di sicuro avremo sempre la fiducia di riuscire a comprendere noi stessi…se solo lo vogliamo!

Essere felici non significa eliminare il dolore, ma affrontarlo in modo adeguato.

 

Può risultare assurdo, ma la sofferenza ha anche un aspetto positivo: è una grande maestra. Spesso chi ha sofferto porta nel cuore una sensibilità straordinaria. Impariamo a soffrire e soffriremo meno!

«Quando impariamo come soffrire, soffriamo molto molto meno», afferma il maestro zen, e viviamo in modo autentico la gioia come il dolore.

error: Contenuto protetto da copyrigth